venerdì 28 agosto 2015

Quartz – Too Hot To Handle

Pervasa dalle coltri nebbie che da sempre la circondano in un fascinoso abbraccio di chiaroscuri, l’Inghilterra di fine anni settanta/primi ottanta, è stata per lungo tempo l’unica vera patria concettuale di un certo dark sound tetro ed oscuro, inteso sia come espressione musicale, che attitudinale e di stile di vita, tanto che molti artisti delle epoche successive, hanno tratto fortemente ispirazione dalle gesta di eterni capostipiti e muse ispiratrici come Black Sabbath, Angel Witch, Witchfinde General, e di formazioni a torto considerate dei semplici epigoni come i Quartz.
Ricordati più per essere stati la prima band del tastierista/chitarrista Geoff Nichols, musicista vissuto a lungo nell’ombra del man in black per antonomasia Tony Iommi, che per meriti artistici propri, artefici di quattro splendidi platter da studio, l’omonimo del 1977 è da più parti considerato alla strenua di un classico minore, ed una manciata di singoli eccellenti, i Quartz dicevamo, avrebbero meritato certamente più di un semplice riconoscimento ad honorem, e questo grazie ad un repertorio intriso di brani dall’alto tasso qualitativo, e ad uno stile compositivo che, anche se derivativo, risultava essere sempre all’altezza delle aspettative.
E “Too Hot to Handle”, questo il titolo scelto per questa ennesima raccolta antologica, è un tributo ai primi anni della band, riformatasi ufficialmente nel 2011, che raccoglie ben sedici composizioni rimaste fino a questo momento inedite, tratte per lo più da demo dell’epoca, o da vari outta takes da studio, per un’ora di intense vibrazioni sensoriali, che ci restituiscono intatto il talento compositivo di una compagine sempre alle prese con un hard rock elitario, ottimamente strutturato, griffato da arrangiamenti superlativi e da indovinati refrain, ottimo sia nella sua veste più classica, che negli intrecci melodici e di natura velatamente mainstream.
Registrati in un arco di tempo che va dal 1981 al 1982, ovvero dopo la pubblicazione di “Stand Up and Fight” e prima del più “commerciale “Aganist All Odds”, le composizioni che fanno parte della track list finale di questo dischetto, vedono la band nella classica formazione a quattro elementi, orientata su sonorità tanto care a Uriah Heep, Deep Purple e Rainbow, le escursioni melodiche della superlativa “Frontline”, e di “Just another man” e “Tell me why” irrorate da inebrianti soluzioni AORish, ne sono la più lampante testimonianza, o protesa verso riferimenti più classici a la Led Zeppelin, Wishbone Ash nell’hard blusey di “The law man” e, soprattutto su “Crack in the sky”, mentre la versione rough di quella “Buried Alive”, ripresa in più occasioni dai Blitzkrieg del talentuoso Brian Ross, ci restituiscono intatte quelle scansioni sabbatiche degli esordi.
Un ottimo viatico per rilanciare le quotazioni di una formazione che, lo abbiamo ribadito più volte, avrebbe meritato molta ma molta più considerazione, non è mai troppo tardi….
Beppe “HM” Diana
(hardnheavy@email.it)

Anno di pubblicazione: 2015
Genere: NWOBHM/Hard Rock
Etichetta: Skol Records

Line up:
David Garner – vocals
Mick Hopkins – guitars
Geoff Nicholls – guitars, keyboards
Derek Arnold Bass
Malcolm Cope – drums

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