Arrivano a varcare la soglia del terzo sigillo anche i
cagliaritani Black Capricorn formazione fra le più prolifiche della
nostra penisola, e lo fanno con nove brani che catturano a pieno titolo
l’essenzialità delle influenze musicali di chiara matrice
seventies, che si divide fra pura ed incommensurabile attitudine
aggressiva, ed un certo retaggio magmatico, soprattutto per quel che
concerne la passione per le lunghe jam session propria della scuola
psichedelica, e li rivestono di suoni lugubri e criptici, amplificando
quell’alone di oscuro misticismo, grazie ad un approccio lirico
intriso di elementi pragmatici vicini ad una concezione legata ad uno
sconfinato fatalismo cosmico, che gli conferisce quel retrogusto
visionario, all’interno di un escursus sonoro che cinge in un unico
abbraccio elementi che arrivano dalla scuola dei maestri High Tide,
Dust e Sir Lord Baltmore, fino ad arrivare alle dissonanze più
marcatamente doom metal di Black Sabbath, Pentagram e Necromandus.
Ne scaturisce un quadro sonoro intriso di una sorta di “apatia”
quasi crepuscolare pregno di vaghi riferimenti esoterici che trovano
il proprio culmine fra le brume di composizioni esemplari come ad
esempio la progressiva “Anumula Vagula Blandula” che porta avanti
un discorso sonoro posto a metà strada fra un guitar riffing di
tipica impostazione doomish, e quelle armonizzazioni lisergiche di
natura stoner, la più cadenzata e marziale “Hammer of the
witches”, contraddistinta da un basso ipnotico e giri armonici che
sanno di fughe siderali, o il capolavoro “Arcane Sorcerer” lento,
decadente e fatalista, imperniato ancora una volta attorno a lunghe
fughe strumentali di chiara impostazione psichedelica.
Beppe “HM” Diana
(hardnheavy@email.it)
Anno di pubblicazione: 2015
Genere: Doom Metal
Etichetta: BloodRock Records
Line up:
Kjxu - guitars, vocals
Virginia - bass
Rakela – drums
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