Sormontato da un enigmatico artwork di natura tipicamente sci-fi, “Illusion in infinite void” è il disco che segna l’ascesa nell’olimpo dei nomi che contano per i Sacral Rage, agguerrita formazione ellenica indicata da più parti come una delle più promettenti new comer band degli ultimi anni, e questo grazie soprattutto agli ottimi riscontri di alcune pubblicazioni “amatoriali” che erano servite, più che altro, a promulgare il monicker dei quattro in campo puramente underground.
Ensamble questo dal futuro assicurato, anche perchè, durante l’ascolto di queste nove energiche composizioni, riesce a risultare efficace, ed al contempo incisiva, all’interno di un genere musicale che, all’apparenza, sembra veramente aver detto tutto, o quasi, arrivando a condensare la vera essenza del suono ‘80ies style, e a ridonargli nuova linfa vitale, e questo per merito di un assetto compositivo che non fa registrare passaggi a vuoto o cadute di tono, e che, anzi, preferisce, con sicurezza, ripercorre a ritroso gli ultimi trent’anni di musica dura, arrivando a dimostrare, più con i fatti che con le parole, d’aver compreso, a dovere, i dettami tramandati dai maestri del genere più classico per antonomasia.
Si, i Sacral Rage, possono considerarsi di diritto come i nuovi custodi del verbo truemetal, ed il loro assetto compositivo così verace e sincero, riesce ad agglomerare, mi si permetta il termine, in poco più di quaranta minuti scarsi di durata, propensioni di tipico retaggio heavy/classic metal, le inclinazioni speed metal a la Savage Grace meets Agent Steel, il tutto irrobustito da velate propulsioni in campo NWOBHM, per un risultato finale sempre e comunque ad alta gradazione voltaica. Brani come ad esempio l’incalzante “Waltz in Madness ”, l’up tempo sanguinolento di “A Tyrannous Revolt ”, che abbina velocità d’esecuzione, ed un epos davvero preponderante, o la più cadenzata “Panic in Urals (Burning Skies) ”, sono costruite attorno a variazioni melodiche e a partiture che riescono a farsi apprezzare risultando nel tempo coinvolgenti, proprio come nel caso del pezzo da novanta “En Cima Del Mal ”, o dell’altrettanto persuasiva “Lost Chapter E.: Amarna’s Reign ”, ipotetico vertice espressivo dell’intero lavoro!!!
Un disco intenso e vibrante che ha se non altro l’ardire di riesumare uno spettro sonoro ed uno stile compositivo, così datato ed obsoleto, che neanche i prime movers sarebbero stati in grado di riportare a nuova vita, e questo non è poco….a noi comunque piace.
Beppe “HM” Diana
(hardnheavy@email.it)
Anno di pubblicazione: 2015
Genere: Heavy Metal
Label : Cruz Del Sur
Line up:
Dimitris K. – vocals
Marios P. – guitar
Spyros S. – bass
Vaggelis F. – drums
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